Curtiriso fa shopping!

 


L'azienda italiana che sorprende i mercati: compera dai francesi e assume 350 persone

Fonte: it.finance.yahoo.com

Nel settore del riso stiamo parlando della terza azienda al mondo: è italiana e sta facendo una campagna acquisti notevole, assumendo inoltre personale. Il marchio Curtiriso, a capo del quale c’è Euricom, ‘cappello’ delle attività nel riso della famiglia Sempio, ha le sue radici in Lomellina (provincia di Pavia) ma sta diventando sempre più multinazionale.
Curtiriso ha appena comprato il 100% del capitale di tre società tra Nord e Est Europa: Van Sillevoldt Rijst in Olanda (azienda con un impianto di trasformazione e confezionamento); Przedsiębiorstwo Rol-Ry in Polonia, tra i leader nel riso in Europa Centrale; e Gariboldi, marchio italiano che ha uno stabilimento a poca distanza da quello fondato da Virginio Curti.
Proprio Gariboldi, così comprando, ritorna completamente italiano: prima di Curtiriso era infatti sotto il controllo del gruppo francese Marbour. Curtiriso si riprende la divisione europea di riso secco. I tre impianti (olandese, polacco e italiano) hanno complessivamente una capacità produttiva di circa 200mila tonnellate di riso. Euricom, a seguito dell’operazione, registrerà un fatturato di circa 630 milioni (200 solamente derivanti dall’acquisizione) con circa 1000 dipendenti (compresi i nuovi 350 contratti).
Curtiriso è al terzo posto mondiale nel settore del riso, dopo Ebro Foods (in Italia ha Riso Scotti) e Riso Gallo. Le sue scelte sembrano in controtendenza in un clima di generale crisi e di ‘svendita’ del patrimonio industriale italiano. Bruno Sempio, presidente della Euricom, spiega: “C’è voluto parecchio coraggio: compriamo all’estero, portiamo impianti sotto la proprietà italiana in un momento di recessione, trasferiamo nel gruppo 350 dipendenti. Nella Curtiriso avevamo investito 100 milioni nel suo rilancio dopo averla ripresa da Nestlè e siamo passati da 15 a 150 milioni di fatturato, cresciuto a ritmi del 20% l’anno“.
Le acquisizioni di Euricom hanno portato nell’azienda stabilimenti vicini ai grandi porti del Nord, dove la logistica è più efficiente e c’è meno burocrazia rispetto all’Italia. Ovviamente.
La Lomellina, una delle zone italiane più sfruttate intensivamente dall’agricoltura, mantiene dunque un ruolo centrale nell’economia del cibo europeo. E per una volta è un’azienda italiana che compra all’estero, anziché il contrario.